5 trend del networking nella nuova era del lavoro
Opportunità da cogliere nell'analisi di Zwap
Ibrido, verticale, diffuso e sempre più tecnologico. Il mondo del lavoro negli ultimi due anni è cambiato significativamente, con l’avvento dello smartworking, che ha portato a nuove abitudini e ad una diversa gestione del tempo e degli obiettivi.
A cambiare non è stata solo l’attività quotidiana, ma anche le dinamiche degli incontri professionali e le modalità di networking, che hanno assunto caratteristiche diverse rispetto a qualche anno fa, in un inedito mix tra online e in presenza.
Osservando il nuovo modo di fare rete, Zwap – startup italiana specializzata nella creazione di relazioni tra professionisti tramite l’impiego dell’intelligenza artificiale – ha individuato 5 trend che, secondo i propri esperti, caratterizzeranno il networking professionale nel 2022.
Networking ibrido: i meeting one-to-one diventano sempre più strategici
“Fortunatamente abbiamo superato il distanziamento sociale, ma le priorità e le abitudini dei lavoratori sono state fortemente plasmate da questi due anni di pandemia, la presenza in ufficio non è più un obbligo, si preferisce ottimizzare i tempi e la ricerca del work-life balance è sempre più importante – spiega Federico Pedron, CEO di Zwap – Inevitabilmente, il potenziale dei mezzi di comunicazione digitale ricopre un ruolo sempre più importante ed è sempre più sfruttato: se prima si dava per scontato che un business meeting dovesse essere in presenza, ora si è consapevoli che anche i meeting online consentono di costruire rapporti basati sull’empatia e sull’affinità di intenti e ambizioni. Anche dalla nostra esperienza, possiamo dire che le videochiamate tra due persone si rivelano essere il mezzo di comunicazione digitale tramite il quale è più facile entrare in confidenza: sapere di avere del tempo a disposizione dedicato e di avere un interlocutore interessato porta le persone a sentirsi a proprio agio e a lasciarsi andare”.
Ridefinizione della geografia del lavoro e degli incontri
“Con l’avvento dello smart working abbiamo imparato a collaborare da remoto, spesso scegliendo liberamente dove passare la nostra giornata lavorativa. La geografia degli spazi di lavoro si è così completamente ridisegnata: la distanza fisica ha ormai smesso di essere un ostacolo, per diventare un’opportunità. Questo paradosso fa sì che oggi sia possibile entrare in contatto con persone molto lontane con la stessa naturalezza con cui incontriamo chi prima incontravamo nel nostro luogo di lavoro – dice Federico Pedron – L’abitudine che abbiamo sviluppato verso la comunicazione online ci permette di partecipare con disinvoltura a meeting, talk e altri eventi di networking online e di abbattere le barriere fisiche, così da cogliere possibilità che prima sarebbero state fuori dalla nostra portata. Il vero vantaggio competitivo per i professionisti del futuro sarà proprio quello di coltivare le capacità di costruire e mantenere nel tempo relazioni di valore sia on che offline”.
L’importanza delle community verticali
“E’ e sarà sempre più importante entrare a far parte delle cosiddette community verticali, community più ristrette dove però è più facile per il professionista generare connessioni realmente autentiche e di valore all’interno di un ecosistema per lui rappresentativo – spiega Pedron – La vecchia generazione di social app si è concentrata sulla costruzione di reti le più ampie possibili e sulla generazione di competizione attraverso i follower e lo status: ora il paradigma, però, è cambiato. Ai numeri si preferisce la tipologia di contatti e di riscontri: la cultura ossessionata dal narcisismo e dall’apparenza ha lasciato (fortunatamente, dico io) il posto a una cultura basata sull’autenticità dei legami e all’inclusione”.
Tecnologia sempre più protagonista
L’uso efficace degli strumenti entrati a far parte della quotidianità permette di trasformare le sfide portate dal lavoro da remoto e dalla carenza di eventi di networking in opportunità. “La trasformazione digitale che ha travolto il mondo del lavoro ha portato con sé un insieme di cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali e manageriali significativi. Questo processo integra e coinvolge l’intero ecosistema, portando trasparenza, condivisione e inclusione di tutti i partecipanti. Si tratta di uno strumento democratico, che porta maggiore efficienza, migliore operatività e riduzione dei costi”, specifica Pedron.
Team e uffici diffusi: l’importanza del networking interno
“Ormai siamo tutti parte di team diffusi: entriamo in contatto con persone vicine e lontane con la stessa facilità, quello che prima era il nostro vicino di scrivania può essere diventato un nomade digitale trasferitosi dall’altra parte del mondo. Davanti al processo di dematerializzazione dello spazio fisico dell’ufficio inteso in senso classico, sarà sempre più importante mantenere e consolidare i rapporti con quei colleghi che ora si incontrano meno di frequente, almeno in presenza – sottolinea Pedron – E così, la comunicazione interna spesso trascurata, attraverso l’utilizzo di tutti quegli strumenti tecnologici a disposizione delle aziende e dei professionisti, avrà un ruolo fondamentale per mantenere viva e ampliare la rete di contatti interni, tra dipendenti, manager e collaboratori”.