Le comunità energetiche, uno sharing per la transizione
Non più consumer ma prosumer: consumatori che si aggregano per auto-produrre e scambiare; energia, in questo caso; rinnovabile, per lo più. Parliamo di comunità energetiche: sistemi di autoproduzione condivisa, che possono coinvolgere famiglie, piccole aziende, imprenditori e commercianti, ma anche enti comunali e religiosi.
Pale eoliche e pannelli solari condivisi
Il concetto di comunità energetica di ritrova già nelle due direttive RED II e IEM, originate dal pacchetto di regolamenti e direttive che formano il “Clean Energy for all European Package (CEP)”, con cui, nel 2016, l’Unione Europea ha fissato i propri obiettivi e la propria strategia di decarbonizzazione. Le due direttive sono state trasposte in Italia con una serie di norme, in parte già in vigore, e in parte ancora da definire nei dettagli entro metà giugno 2022.
Associazioni tra “vicini di casa”
Su terreni comuni o abbandonati, sui tetti delle case o in cima agli edifici comunali, vengono installati piccoli impianti fotovoltaici o anche mini impianti eolici, che consentono alla comunità che li prende in carico, di godere di benefici diretti e indiretti, per l’ambiente e per sé.
Oltre ad auto-produrre energia pulita, infatti, la stessa energia non viene pagata dai partecipanti nel momento in cui i propri impianti sono in fase di produzione. Per il resto del tempo, per l’energia consumata da case, negozi, fabbriche e scuole, si ha diritto a una tariffa incentivante per vent’anni (al momento fissata in 110 Euro per ogni MWh prodotto) e a ulteriori sconti in bolletta (alcune componenti regolate per un valore stimato in altri 10 Euro circa a MWh).
Già diffuse in Europa, ancora in fase esplorativa in Italia
Se in Italia solo qualche timido esperimento è stato portato avanti a partire dal 2000, soprattutto in alcune comunità locali del Nord, a livello europeo, in paesi come la Germania, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito, le comunità energetiche sono già più numerose, superando, ad esempio, nel territorio tedesco, le 1700 unità.
Una opportunità in direzione della transizione e della autonomia energetica
Sebbene ancora in fase di esplorazione, le comunità energetiche potrebbero rappresentare una reale opportunità in direzione della transizione e di una, almeno parziale, autonomia energetica. Entro metà del 2022 le regole saranno completate. Al momento, il Pnrr mette a disposizione 2,2 miliardi di Euro, con l’obiettivo di realizzare 2000 MW, con finanziamenti a tasso zero fino al 100% dei costi di realizzazione.