Life Sciences

Fybra Home, monitorare la qualità dell’aria anche in smart working

Garantire salubrità, comfort ed efficienza energetica, minimizzando lo spreco derivante dall’apertura delle finestre con il riscaldamento o con i condizionatori accesi. E’ l’obiettivo di Fybra Home, la versione dedicata alle mura domestiche del dispositivo brevettato dalla startup milanese Fybra e già impiegato all’interno di numerose scuole ed uffici in tutta Italia.

Rispetto alla prima versione, il nuovo dispositivo è pensato per chi trascorre molte ore in casa e presenta alcune novità.

“Il cuore del nuovo prodotto è un algoritmo dedicato che monitora in tempo reale i dati della CO2, della temperatura, dell’umidità relativa e dei composti organici volatili presenti nell’aria – spiega il co-fondatore Gaetano Lapenta – I dati vengono incrociati, analizzati e tradotti in un segnale luminoso: azzurro se la qualità è buona, rosso se è sotto gli standard (ed è quindi necessario ventilare gli spazi), viola quando è in via di miglioramento”.

Un dispositivo dinamico

Fybra Home è, inoltre, in grado di apprendere autonomamente le abitudini di utilizzo dei suoi utenti, adattandosi ad esse per offrire le migliori prestazioni.

L’efficacia di Fybra nel migliorare la qualità dell’aria – sottolineano dall’azienda – è stata recentemente dimostrata da un’analisi effettuata in alcuni istituti scolastici da Eurac Research nell’ambito del progetto QAES – Qualità dell’aria negli edifici scolastici, finanziato dal Programma di Cooperazione Interreg V A “Italia – Svizzera 2014-2020″.

I ricercatori hanno messo a confronto le rilevazioni strumentali effettuate in due diverse classi, una dove era stato installato il dispositivo Fybra, l’altra senza alcun tipo di rilevatore. Nella classe con il dispositivo Fybra è stata osservata una riduzione del 50% del numero di volte in cui le finestre venivano aperte e una minor concentrazione di CO2 pari al 40% rispetto all’altra classe. Nell’aula dotata di Fybra, inoltre, per il 100% del tempo considerato si è registrato un livello soddisfacente di salubrità dell’aria, mentre per il 90% del tempo sono risultate rispettate le temperature di comfort.

Un algoritmo ‘aggiornato’

“L’algoritmo che regola Fybra Home è ‘pesato’ in maniera differente, perché le dinamiche di occupazione dello spazio in un ambiente domestico sono diverse rispetto ad un ambiente ‘pubblico’ – spiega Gaetano Lapenta – C’è una maggiore variabilità nell’occupazione dello spazio, basti pensare a quando si ospitano degli amici, o all’aria che si respira mentre si cucina rispetto a quando si sta in salotto. Inoltre, in un ambiente domestico sono percepiti come prioritari il comfort termico e la qualità dell’aria. Infine, in casa incidono sulla qualità dell’aria, in maniera impattante quanto la CO2, anche i Voc, composti organici volatili, che sono stati inseriti tra i valori misurati dal sensore. Con questo prodotto diamo una risposta innovativa al bisogno emergente di spazi salubri in cui vivere e lavorare da casa. Fybra Home non si limita a misurare la presenza di componenti nell’aria, ma incide nei comportamenti, perché è in grado di suggerire quando aprire e chiudere le finestre mantenendo il massimo comfort”.

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