“Io resto a casa – La serie” A Danilo D’Auria il premio TIFA e gli scatti iconici diventano un libro
L'intervista
“Passiamo tutti più tempo sui social media. E da lì emerge l’intima natura del popolo italiano: autoironia, solidarietà, paura e a volte anche follia. Osservando questi comportamenti, ho deciso di realizzare questa serie di scatti per ironizzare sulla figura dell’italiano medio che, trovandosi rinchiuso in casa, per noia, per solitudine, per paura o semplicemente per mania di protagonismo, spesso sopita durante la normale quotidianità, si è scatenato in una serie di attività che hanno destato la mia curiosità.”
Racconta così Danilo D’Auria la nascita del progetto “Io Resto a Casa – La serie”: autoritratti ironici per raccontare la quarantena dell’italiano medio durante la pandemia di coronavirus.
“Il progetto – sottolinea il fotografo – è nato con lo scopo di alleggerire i giorni del lockdown e non vuole assolutamente mancare di rispetto a tutte le vittime del coronavirus. In ciascuna foto non mi riferisco ad una persona in particolare, ma prendo ispirazione da ciò che viene pubblicato sui social e che poi reinterpreto a mio modo”.
Ed ecco dunque “Lo Smart Working”, “Il Musicista”, “Il Cacciatore di Runner”, “Supermercato No Panic”, “Il Pasticcere”, “Il Costruttore di Librerie”, “Il Patriota delle 18.00”. In tutto trenta scatti (più uno: “Il Fotografo fa cose in casa”) che raccontano le manie ma anche l’arte di arrangiarsi degli italiani che, confinati tra le mura domestiche, prima di arrendersi a divano e tv, hanno allestito in casa mini stadi, campeggi, sale prove, laboratori di cucina, palestre, wine bar, ed hanno provato così a resistere alle sfide di questo drammatico periodo, affrontando, ciascuno a suo modo, solitudine, ansia e timore per il futuro.
Il Premio
“Io resto a casa – La serie” è valso a Danilo D’Auria il TOKYO INTERNATIONAL FOTO AWARDS, prestigioso premio che seleziona e riconosce i fotografi di talento di tutto il mondo, per metterli in contatto con la comunità artistica di Tokyo, in Giappone. Gli scatti si sono aggiudicati il Primo Premio nella categoria People/Self-Portrait e hanno fatto presto il giro del mondo, pubblicati sulle testate americane PetaPixel e Insider.com, su testate web in Australia, Olanda, Cina, Singapore, India, oltre che sulle italiane FotoCult e Fotografare. Il progetto è stato anche selezionato per diverse mostre fotografiche, tra cui la call internazionale Life in The Time of Coronavirus organizzata da Roma Fotografia, e il Festival di Fotografia Todimmagine.
Il Libro
Ora i suoi scatti sono stati raccolti in un libro – “Io Resto a Casa La Serie”: 44 pagine che contengono le 31 foto del progetto più alcuni scatti di backstage che mostrano il set casalingo dove sono state realizzate le immagini.
Ci sono poi i contenuti extra, visibili tramite la scansione col proprio cellulare del QR-CODE che, associato a ciascuna foto, riporta al profilo Facebook dell’autore, dove si potranno leggere i commenti scritti al momento della pubblicazione dell’immagine e si potranno aggiungere le proprie sensazioni di oggi, ad un anno di distanza dal periodo che ha cambiato drasticamente le nostre abitudini.
Una testimonianza concreta di come gli italiani hanno affrontato un periodo buio che finirà sui libri di storia. Da sfogliare di tanto in tanto, per ricordare, un giorno, in che modo “ci siamo tenuti compagnia anche a distanza e con un sorriso”.
Danilo D’Auria è un giovane ma già affermato fotografo della musica e dello spettacolo. Numerose le sue collaborazioni dirette con artisti italiani e anche di fama internazionale, tra cui Rossella Brescia, Flavio Insinna e Mika. Dal 2014 è il fotografo di Classic Rock Italia, dove è anche responsabile della rubrica “Live Reviews”. Collabora inoltre con la Repubblica XL e diverse altre testate del settore. Ha ricoperto il ruolo di Fotografo ufficiale del Concerto del Primo Maggio e del Rock in Roma e realizza servizi fotografici di ritratto e live per artisti, band e attori.
Lo abbiamo intervistato per scoprire di più sui suoi scatti e sui suoi progetti futuri:
Quando nasce la tua passione per la fotografia?
Di preciso non saprei dirlo, non sono cresciuto a pane e Fotografia, nella mia famiglia non c’era l’appassionato che si divertiva con obiettivi e pellicole. Sicuramente sui banchi dell’Università la cosa ha iniziato a farsi sentire di più e con l’acquisto della prima reflex è iniziato questo viaggio.
Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata il tuo mestiere?
Ho capito che la Fotografia avrebbe accompagnato il resto della mia vita quando mi sono reso conto che fotografare mi faceva stare bene con me stesso.
Hai già lavorato con molte star della musica e dello spettacolo. Com’è fotografare personalità di questo tipo?
Sì, ho avuto la fortuna di fotografare diversi personaggi famosi. Partendo dalla Musica, i concerti con le grandi rockstar mondiali. Ritrarne alcune nei backstage. Negli anni sono arrivato a lavorare a stretto contatto con alcuni di loro. Con Mika è iniziata una collaborazione che sta crescendo nel tempo. Ho lavorato con Rossella Brescia, seguito uno spettacolo teatrale di Flavio Insinna. Ho avuto in studio Luca Barbarossa, o Nicola Pistoia per fare alcuni nomi. Fotografare un personaggio famoso è sicuramente stimolante. Spesso hai a disposizione pochissimo tempo ma devi tirar fuori la foto giusta. Se non c’è diventa un problema. Tutto questo comporta anche un certo stress che comunque con l’esperienza si impara a controllare.
Qualche aneddoto?…
Aneddoti? Ce ne sono diversi, ma per me vige la regola del Fight Club soprattutto quando si è nei backstage o nei camerini. Ma sul mio blog trovate diversi racconti su ciò che mi è capitato soprattutto nel mondo dei concerti. Riguardo alle sessioni di ritratto, posso dire che sicuramente non si deve dare mai per scontato che si farà quello che si ha in mente. Mi è capitato diverse volte di montare un set e poi non usarlo e mi sono ritrovato a dover inventare qualcosa in pochissimo tempo in tutt’altra location. Ma l’esperienza acquisita nei backstage, che sono il regno del “abbiamo solo un minuto” mi ha aiutato molto in questo. Alcuni artisti mi apprezzano proprio perché sono veloce e spesso invisibile.
Cosa cerchi di mettere in risalto quando fotografi personaggi noti al grande pubblico?
Dipende dal motivo per il quale sto ritraendo quel personaggio. Di solito c’è un’idea da seguire, un mood, cercare quella immagine per quello scopo. In questi casi si deve mettere in risalto più il personaggio che la persona. Poi ci sono le sessioni libere in cui cerco qualcosa di più personale, che coinvolga la persona. In questi casi anche l’approccio da parte del soggetto è diverso. Ogni sessione è un viaggio a sé. Per diversi motivi, la personalità del soggetto, l’umore che ha in quel preciso momento, il tempo a disposizione. Ci sono diverse variabili che cambiano sempre.
Dalle star alla gente comune. Cambia qualcosa?
Il mio scopo è sempre tirare fuori il meglio da ogni situazione. Valorizzare il soggetto chiunque esso sia, renderlo fiero dell’immagine che vedrà. Mettendoci ovviamente del mio, la mia idea, il mio occhio. Spesso si pensa che ritrarre una star sia più semplice perché sono abituate. Ma non è sempre così. Alcune star sono legate alla loro immagine e cercano sempre quello, altre invece sono più aperte a nuove sperimentazioni.
Veniamo a “Io resto a casa – la serie”. Un progetto fotografico che è nato durante il lockdown di marzo 2020 e vuole ironizzare sulla figura dell’italiano medio in quarantena. Lo hai definito come “un gioco”, ma un gioco che ti è valso un premio di prestigio e parecchia popolarità…
Questo progetto è nato appunto durante il primo lockdown tra marzo e aprile 2020. Dopo il primo momento di smarrimento, che penso sia stata una sensazione provata da tutti, ho deciso che non potevo passare 2 mesi e più sul divano (ho fatto anche quello eh). Però ad un certo punto mi sono detto, sono un Fotografo, fotografo le persone. Allora il soggetto delle mie foto sono diventato io. L’idea è nata grazie ai social, il popolo del web mi ha ispirato. Notavo che la gente aveva iniziato a fare di tutto in casa, alcune cose mi facevano ridere. Allora ho deciso di metterci del mio anche per alleggerire un po’ le giornate. E quindi uno scatto dopo l’altro è nata la serie. All’inizio non pensavo potesse crescere così tanto, ma poi era diventato un appuntamento fisso, mi scrivevano per dirmi quale fosse la foto del giorno. Inoltre tramite il web ho fatto il giro del mondo, sono stato intervistato da un magazine americano e poi trovavo articoli in Cina, Olanda, Singapore ,Australia. Insomma ho fatto il giro del mondo rimanendo seduto sul divano. E infine è arrivato il primo premio nella categoria “People/ Self Portrait” al concorso internazionale di Fotografia il TIFA (Tokyo International Foto Awards). Tutto inaspettato e quindi ancora più bello.
Progetti per il futuro?
Il futuro? Bella domanda. Riguardo al progetto “Io resto a casa la serie” un pezzo di futuro è già diventato realtà perché è uscito il libro fotografico del progetto. Sicuramente mi piacerebbe fare una mostra se ci sarà l’occasione giusta. Un altro sogno nel cassetto è quello di realizzare un libro fotografico con i miei scatti di Musica. Ma vedremo, c’è tempo.