La nuova via dell’idrogeno? Le polveri dei metalli
Nessun limite di pressione, nessun pericolo di perdite né di esplosioni accidentali.
Nello stabilimento italiano di Brunico, in Val Pusteria, tra foreste e piste da sci, l’azienda americana GKN ha un serbatoio in cui l’idrogeno viene stoccato non in forma liquida, bensì inglobato in polveri di metalli, con notevoli vantaggi in termini di sicurezza e di costi.
Primo elemento della Tavola Periodica, l’idrogeno è il gas naturale più semplice e leggero. E’ altamente infiammabile solo se si trova in forma concentrata, sottoposto ad alte pressioni o in un ambiente opportunamente raffreddato a molti gradi sotto lo zero. Altro modo per poter sfruttare l’energia pulita del gas consiste nell’inglobare l’idrogeno in una lega di ferro e titanio con cui produrre e foderare il serbatoio. Una soluzione solitamente evitata per la resa minima. Tuttavia, qualcosa sembra essere cambiato: questo particolare metodo di stoccaggio renderebbe infatti tutto il processo più sicuro e anche più economico, non necessitando di temperature bassissime per la conservazione, né di un compressore per contenere il gas nel serbatoio.
Produzione Stoccaggio Energia
Il sistema completo prevede tre distinti passaggi: in una prima fase, attraverso l’elettrolisi, una macchina produce l’idrogeno dall’acqua, se possibile, sfruttando energie rinnovabili come, ad esempio, il fotovoltaico. In un secondo momento, l’idrogeno viene stoccato a temperatura ambiente. A quel punto avviene la vera e propria produzione di energia elettrica attraverso una cella a combustibile.
“Ci sono una quindicina di piccole basi di produzione in giro per il mondo che stiamo testando sul lungo periodo, per scoprire sul campo quali siano le criticità tecniche – dice Peter Oberparleiter, l’AD della Powder Metallurgy & Additive Manufacturing di GKN dalla sede di Brunico – A breve, quando avremo la sicurezza dei nostri sistemi e della loro affidabilità, potremo sviluppare una produzione su larga scala dei nostri prodotti”.
Oltre al grande serbatoio per lo storage dell’idrogeno da 260 kg e 4.5 MWh, sono attivi anche sistemi “mini” che sfruttano 10-25 kg di idrogeno e sono in grado di produrre fino a 425 kWh e sistemi di medie dimensioni che gestiscono fino a 120 kg di idrogeno e producono fino a 2 MWh. Il prodotto di scarto è pura acqua. Le dimensioni sono fino a 15 volte inferiori rispetto ad un serbatoio tradizionale a 40bar di pressione. Inoltre, dopo 3500 cicli, il serbatoio mantiene il 99% della sua capacità.
“In futuro potremo avere sistemi individuali per ciascun edificio o grandi centrali per la produzione dell’energia di quartieri o piccoli paesi: stiamo già lavorando per dare autonomia energetica, ad esempio, a piccoli villaggi isolati in Australia. Banalmente, l’applicazione di sistemi di produzione di energia come questi serve anche come backup per le torri per le telecomunicazioni e ne stiamo sperimentando uno che fornisce un intero complesso alberghiero a Berlino”.