Pepper, un robot per l’autismo
Sugar, Salt & Pepper – Robot umanoidi per l’autismo: è il nome del progetto portato avanti dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, Fondazione Paideia, Jumple e Intesa Sanpaolo Innovation Center. Una ricerca che ha l’obiettivo di mettere a sistema le competenze legate alla robotica educativa e sociale con i bisogni dei bambini e dei ragazzi con disabilità.
Un laboratorio terapeutico
Nello specifico, “Sugar, Salt & Pepper – Robot umanoidi per l’autismo”, è un laboratorio terapeutico settimanale per lo sviluppo delle autonomie nei bambini con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico, attraverso l’utilizzo del robot umanoide Pepper fornito da Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Per la realizzazione del laboratorio, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata all’innovazione e alla ricerca applicata contribuisce inoltre alla definizione e allo sviluppo degli scenari che vengono proposti durante le sessioni, mettendo a disposizione il know-how acquisito con l’utilizzo di Pepper in diversi contesti.
Un assistente speciale
Pepper è il primo robot umanoide in grado di percepire le principali emozioni (gioia, tristezza, rabbia e sorpresa) e adattare il suo comportamento in base allo stato d’animo degli esseri umani che lo circondano.
Quattro microfoni direzionali situati sulla sua testa, consentono a Pepper di comprendere da dove provengono i suoni e quindi di individuare la posizione dell’interlocutore; i microfoni permettono inoltre di identificare le emozioni trasmesse dalla voce di chi parla con lui.
Una videocamera 3D e due telecamere HD consentono al robot di identificare i movimenti e riconoscere le emozioni sui volti del suo interlocutore: se questo è soddisfatto, Pepper condividerà la sua gioia, se invece è triste, cercherà di consolarlo.
Per esprimere le proprie emozioni, Pepper usa il tablet posto sul corpo principale. I numerosi sensori di cui dispone (due trasmettitori e ricevitori ad ultrasuoni, sei sensori laser e tre rilevatori d’ostacoli) forniscono al robot informazioni sulla distanza degli oggetti posti fino a 3 metri.
Pepper possiede anche sensori tattili nelle mani, che vengono utilizzati per l’interazione sociale. Numerosi motori (collocati tra testa, braccia e schiena) controllano i suoi movimenti con grande precisione. Tre ruote multi-direzionali gli permettono di muoversi liberamente a 360° ad una velocità massima di 3 Km/ h.
Il laboratorio
Nel corso degli incontri, Pepper assiste gli operatori – psicologi, neuropsicomotricisti, educatori, logopedisti – mentre seguono le attività in cui sono autonomamente impegnati i ragazzi. Nelle attività di laboratorio – che attualmente coinvolgono quattro ragazzi dagli 11 ai 14 anni – vengono osservati e analizzati gli scambi e le interazioni in un contesto riabilitativo, con un focus sul linguaggio, la comunicazione, le emozioni e il potenziamento delle abilità sociali.
L’obiettivo è quello di migliorare le capacità di interazione e le competenze motorie e gestionali dei ragazzi nelle principali attività quotidiane: coordinazione oculo-manuale, pianificazione ideo-motoria e controllo esecutivo, preparazione della merenda, gestione della cucina, controllo dei compiti scolastici.
Pepper, in questo contesto, risulta un elemento motivante, in grado di tarare le attività a seconda delle risposte e dei risultati dei partecipanti al laboratorio.
“L’innovatività del progetto risiede nel particolare contesto di utilizzo di Pepper, ossia accogliere i bambini per lavorare sulla formazione della loro autonomia – spiega la prof.ssa Cristina Gena, docente del Dipartimento di Informatica e coordinatrice del progetto – L’interesse scientifico della ricerca risiede anche nel fatto che il contesto sperimentale non è un laboratorio o un centro riabilitativo, bensì un contesto domestico e accogliente. Pepper raramente è stato utilizzato nella terapia per l’autismo, ma il target di riferimento sono ragazzi della media inferiore, per cui l’utilizzo di robot più piccoli non sarebbe stato appropriato”.