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PerPranzo, l’app che trasforma i ristoranti in mense aziendali

Trasformare il proprio ristorante in una mensa aziendale. Almeno durante la pausa pranzo e fino a quando siano in vigore le regole per contrastare la diffusione del Covid-19.

E’ l’idea lanciata dalla startup PerPranzo che, dopo il DPCM del 3 novembre 2020 che ha imposto la chiusura a ristornati e co. nelle zone rosse e arancioni, ha pensato di rispondere con una App alle esigenze dei ristoratori e, al contempo, a quelle delle aziende che non possono ricorrere allo smart working, trasformando in mense per i dipendenti di queste ultime i ristoranti adiacenti.

Pausa Pranzo in sicurezza

La giovane startup PerPranzo è partita da una domanda: come garantire la sicurezza di tutti in pausa pranzo, in appositi spazi costantemente sanificati, senza sostenere i costi ed i rischi di questo delicato processo?

Anche dove è stata dettata la chiusura per bar e ristoranti, le mense e il catering continuativo su base contrattuale possono continuare ad operare. Questo significa che un ristorante può rimanere aperto in pausa pranzo solamente se eroga un servizio di mensa aziendale, nel rispetto dei protocolli e linee guida per prevenire e contenere il contagio e con le dovute autorizzazioni territoriali. PerPranzo – rientrando nel servizio di mensa diffusa ed avendo lo specifico codice Ateco richiesto dal DPCM – permette alle aziende che ne hanno necessità, di pranzare nei ristoranti adiacenti alla loro attività e di utilizzarli come mense per i propri dipendenti.

Il ristorante resta chiuso al pubblico

Nelle zone rosse e arancioni, così come indicato dal DPCM, il ristorante resta chiuso al pubblico. “Tuttavia – spiegano dalla startup – può essere accessibile alle aziende che vogliano usufruire del servizio di mensa aziendale esclusivamente attraverso il servizio PerPranzo. Ovviamente, l’ingresso al ristorante da parte dei dipendenti delle aziende convenzionate, sarà contingentato e nel rispetto di tutte le norme anti contagio”.

Naturalmente, nonostante questa possibilità sia prevista dal DPCM, è importante sottolineare che saranno le singole autorità territoriali a stabilire se è possibile trasformare i ristoranti intorno all’azienda in mensa aziendale per i collaboratori. PerPranzo si assicurerà di avere l’autorizzazione necessaria prima di stipulare le convenzioni con i ristoratori.

I vantaggi

L’app mira ad offrire ad aziende e ristoratori molteplici vantaggi, in termini di:
Sicurezza: saranno i professionisti della ristorazione ad occuparsi di applicare tutte le norme anti contagio previste per il settore
Versatilità: se l’azienda ha già degli adeguati spazi interni potrà scegliere di utilizzare PerPranzo anche per i servizi di asporto e consegna a domicilio
Solidarietà: in questo modo è possibile supportare la ristorazione locale e aiutare i ristoranti a sopravvivere a questo lockdown
Benessere: l’azienda potrà offrire ai propri dipendenti una pausa pranzo di qualità anche in questo periodo difficile.

Come funziona PerPranzo?

PerPranzo connette aziende e ristoranti in pausa pranzo grazie ad una soluzione semplice e smart. Infatti, tramite l’app PerPranzo, i dipendenti hanno accesso ad una serie di servizi che si adattano ai trend più moderni, come i sistemi di pagamento digitali. Ciascun dipendente può scegliere ogni giorno se usufruire del servizio di asporto, di consegna del pranzo in ufficio, oppure se pranzare al ristorante, il tutto pagando in un tap tramite QR code.

“I dipendenti pranzano al ristorante e l’azienda ha tutto il risparmio di una mensa” afferma Angelo Nodari, CEO di PerPranzo. “Infatti, PerPranzo rappresenta un’ottima soluzione anche per le aziende, offrendo loro una piattaforma digitale dedicata che si interfaccia direttamente con i lavoratori, e garantendo numerosi vantaggi fiscali grazie alla disciplina della mensa diffusa (nessuna tassazione e deducibilità completa del costo senza limiti di importo per i datori di lavoro). Ed è, infine, una grande opportunità per il mondo della ristorazione, che porta innovazione tecnologica e fidelizzazione, senza però costi fissi e con le commissioni più basse del mercato”.

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