Shike, mobilità urbana a impatto zero
Condurre uno stile di vita sostenibile sta diventando l’obiettivo dell’uomo moderno, soprattutto nell’ambito della mobilità urbana, e supportare iniziative di sharing mobility a impatto zero è funzionale al raggiungimento di quest’obiettivo.
Immagina di coniugare sostenibilità, risparmio, praticità e fitness. Il risultato è Shike. Meno inquinamento, più benessere.
Shike offre un’alternativa ai mezzi di trasporto urbani tradizionali, inserendosi in un mercato sempre più in espansione e al contempo superando i limiti dei bike sharing pubblici.
Come funziona Shike
Per prima cosa è necessario iscriversi tramite l’app e creare il proprio account. Fatto questo, inserendo la propria posizione è possibile trovare la bici più vicina. Scegli tra tutte quelle disponibili la tua preferita, controllando foto e recensioni. Prenotala fino al tuo arrivo. Per sbloccarla è sufficiente utilizzare il pulsante presente sull’app oppure fotografare il QR code presente sullo “smart lock”. Non resta che giungere a destinazione!
Quali sono i vantaggi del servizio?
- Risolve il problema delle stazioni di parcheggio piene o mal funzionanti: è possibile prendere e parcheggiare la bici ovunque.
- Permette di verificare tramite l’app la disponibilità e lo status dei veicoli.
- Punta sul risparmio: nessun abbonamento o pacchetto, paghi solo in base all’utilizzo.
- E’ rivolto a un target molto ampio: dai lavoratori agli studenti, a chiunque utilizzi trasporti pubblici tra i 16 e i 45 anni, anche saltuariamente.
Chi c’è dietro Shike?
L’idea nasce dalle menti di Andrea Tommei, laureato in Economia e Marketing, e Andrea Cantore, informatico. Nel novembre 2016 fondano MugStudio, startup che intende dare vita alle idee sviluppate durante gli anni universitari, tra cui Shike. Il primo test è stato effettuato durante lo scorso giugno, allo scopo di implementare il servizio per più comuni italiani a partire dal 2018.
Inoltre i fondatori puntano a stringere quante più possibili partnership con produttori di biciclette, affinché si abbassino il più possibile i costi di partenza del servizio.
Il co-founder Andrea Tommei ha dichiarato: “Abbiamo contatti anche con diversi produttori di elettronica e di meccanica, realtà che ci stanno aiutando a sviluppare il lucchetto “smart” così da arrivare a brevettare il prodotto più affine alle nostre esigenze”.
E infine afferma: “Una startup ad impatto sociale si differenzia dalle altre perché il suo obiettivo economico non è disgiunto da quello di generare impatto sociale positivo. Noi aspiriamo a promuovere uno stile di vita sostenibile. Uno dei motivi principali che ci ha spinto a sviluppare questa idea è la forte convinzione che ci sia bisogno di una rivoluzione nell’ambito della mobilità, per consentire alle persone di spostarsi con mezzi sostenibili, social e sicuri.”
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